Il professore è un uomo che deve parlare per un'ora.
Non si dà nessuna unione a livello intellettuale, quando pensiamo, divergiamo, esploriamo, ci allontaniamo. Quando sentiamo, ci uniamo.
Il genio è la capacità di vedere dieci cose dove l'uomo comune ne vede una o dove l'uomo di talento ne vede due o tre.
Le arti, comprese la poesia e la letteratura, dovrebbero essere insegnate dagli artisti che le praticano, non da sterili professori.
Non usate alcuna parola superflua, alcun aggettivo che non riveli qualcosa.
Il miglior governo è (naturalmente?) quello che attiva il meglio dell'intelligenza della nazione.
Il vero maestro difende i suoi allievi contro la sua stessa influenza.
Ciascuno è maestro di se stesso e solo dentro di se trova la ragione delle cose.
La maestria è raggiunta quando, nell'esecuzione, non si sbaglia, né si indugia.
Chi è fondamentalmente un maestro prende sul serio ogni cosa soltanto in relazione ai suoi scolari - perfino se stesso.
Il maestro si limita a «muovere», a stimolare il discepolo e il discepolo solo se risponde a questo stimolo - sia durante che dopo l'esposizione del maestro - arriva ad un vero apprendimento.
Povero quel maestro che non sa essere maestro se non fra le pareti della scuola.
Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari.
Non c'è niente da fare: ogni maestro ha un solo allievo, e questo gli diventa infedele perché è destinato anche lui a diventare maestro.
Maestri di vita. Dispiace nei cosiddetti maestri non che cambino le idee, ma che le idee non li cambino.
Pronuncia sempre con riverenza questo nome maestro, che dopo quello di padre, è il più nobile, il più dolce nome che possa dare un uomo a un altro uomo.