Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari.
Colui che è odioso al popolo è come un lupo per i cani: è lo spirito libero, il nemico della catena, il non-adoratore, randagio per i boschi.
La mia formula per la grandezza dell'uomo è amor fati: non volere nulla di diverso, né dietro né davanti a sé, per tutta l'eternità.
Il futuro appartiene a chi ha la memoria più lunga.
I nostri difetti sono gli occhi attraverso i quali vediamo l'ideale.
Tutti gli istinti che non si scaricano all'esterno, si rivolgono all'interno.
La maestria è raggiunta quando, nell'esecuzione, non si sbaglia, né si indugia.
Chi in un'arte è diventato maestro, può senza danno scordarsi le regole.
Ci sono uomini colti persino tra i professori.
Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro.
Non c'è niente da fare: ogni maestro ha un solo allievo, e questo gli diventa infedele perché è destinato anche lui a diventare maestro.
Conviene all'umanità di un maestro, mettere i propri discepoli in guardia contro se stesso.
Il maestro si limita a «muovere», a stimolare il discepolo e il discepolo solo se risponde a questo stimolo - sia durante che dopo l'esposizione del maestro - arriva ad un vero apprendimento.
Insegnare è la base per imparare.
Ottimo è quel maestro che, poco insegnando, fa nascere nell'alunno una voglia grande d'imparare.
Avere autentici maestri è una grande fortuna, ma è anche un merito, perché presuppone la capacità di saperli riconoscere e di sapere accettare il loro aiuto.