I piaceri semplici sono l'ultimo rifugio della gente complicata.
Che sciocchezza parlare di matrimoni felici; un uomo può essere felice con qualsiasi donna, purché non la ami veramente.
Essere capace di una passione e non provarla vuol dire rendersi incompleto e ristretto.
È per non fare niente che esistono gli eletti.
Questa è la cosa peggiore nelle donne: vogliono sempre che siamo buoni. E se siamo buoni, quando ci incontrano, non ci amano affatto. Piace loro trovarci irrimediabilmente cattivi e lasciarci insignificantemente buoni.
La malvagità è un mito inventato dai buoni per spiegare lo strano fascino degli altri.
Non c'è altro Dio che il piacere: è solo ai suoi altari che dobbiamo sacrificare.
Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.
Non è certo il piacere che rende la vita degna di essere vissuta.
Al piacere si accompagna sempre il dolore. E com'è delle cose di questo mondo, nulla ci è dato di eterno.
C'è una certa somiglianza, più o meno grande, tra i piaceri che tutte le nostre evacuazioni ci procurano. Credo che il piacere derivi sempre dal sollievo sollievo, cioè, dallo sforzo notevole, anche se per lo più inconscio, di trattenere quello che è gradevole eliminare.
Nessun uomo civile si rammarica mai per un piacere e nessun uomo incivile sa che cosa sia un piacere.
Se ho perduto i miei giorni nella voluttà, rendimeli, gran dio, perché possa riperderli ancora.
Il piacere è l'esca del peccato.
Il piacere è sempre o passato o futuro, e non è mai presente.
Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è uno. L'angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all'intelligenza.