Quando i critici dissentono tra loro, l'artista è d'accordo con sé stesso.
Chiunque può scrivere un romanzo di tre volumi. Richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.
Il vero svantaggio del matrimonio è che rende altruisti. E le persone altruiste sono insignificanti. Mancano di individualità.
La vita non è altro che un brutto quarto d'ora, composto da momenti squisiti.
Viene la voglia di definire l'uomo come un essere ragionevole che si indispettisce tutte le volte che gli è imposto di agire a seconda dei dettami della ragione.
I giornalisti si scusano sempre con noi in privato per quello che hanno scritto contro di noi in pubblico.
La critica non è che un frutto dell'invidia.
Gli insetti pungono non per cattiveria ma perché vogliono vivere anche loro; lo stesso è dei critici: vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Il cattivo critico critica il poeta, non la poesia.
Che sciocca occupazione quella d'impedirci di provare un piacere o farci arrossire di quello che abbiamo provato! È l'occupazione del critico.
Il critico capace dovrebbe essere un filosofo, perché dalla filosofia ha imparato la serenità, l'imparzialità, e la transitorietà delle cose della vita umana.
Un critico può recensire soltanto il libro che ha letto, non quello che lo scrittore ha scritto.
La critica è, di regola, l'arte di acquistar credito e autorità alle proprio preferenze.
La scomparsa del senso critico costituisce una seria minaccia per la preservazione della nostra società. Rende facile ai ciarlatani imbrogliare la gente.
La critica è venefica e benefica.
I novantanove centesimi della critica che si fa tra gli uomini non nasce già dall'amore del vero, ma da presunzione, arroganza, acrimonia, litigiosità, astio gelosia.