I libri aggiungono all'infelicità dell'uomo una profondità che scambiamo per consolazione.— Orhan Pamuk
I libri aggiungono all'infelicità dell'uomo una profondità che scambiamo per consolazione.
Nessuno si rende conto di vivere l'istante piú felice della propria vita nell'attimo in cui lo sta vivendo.
I cani parlano, ma solo a chi sa ascoltarli.
A fare del mondo un luogo misterioso è la presenza della seconda persona che ci portiamo dentro, con cui viviamo come un gemello.
Non ci rendiamo conto dei grossi cambiamenti perché sono il frutto di minuscoli e infiniti compromessi.
I classici sono quei libri che ti fanno odiare la scuola.
Spesso nella tua vita tu troverai che un libro è il migliore amico di un uomo.
I libri sono cose già pensate, già fatte, già dette, che tu devi elaborare, fare tue. Il tuo interlocutore di carta è sempre gentile, paziente, non ti lascia mai a metà strada. È una persona che ti chiede di ascoltarlo, con il quale puoi fare dei viaggi meravigliosi.
I libri sono per loro natura strumenti democratici e critici: sono molti, spesso si contraddicono, consentono di scegliere e di ragionare. Anche per questo sono sempre stati avversati dal pensiero teocratico, censurati, proibiti, non di rado bruciati sul rogo insieme ai loro autori.
La cenere del passato ha la sua fenice, il libro.
Ignorare certi libri, certe peculiarità della scienza letteraria, resterà sempre, quand'anche si tratti di un uomo di genio, un segno di rozzezza intellettuale.
Si possono leggere libri scritti da persone la cui compagnia non ci riuscirebbe gradevole, e dunque un'elevata cultura spirituale ci induce a poco a poco a trovare il nostro godimento quasi esclusivamente nella lettura dei libri e non nella conversazione con le persone.
I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti.
Quando un libro è uscito è tempo, per l'autore, di rimorsi.
Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.