Se, come ci assicurano, è prevista la vita eterna, perché deve esserci la morte?
O si crede o non si crede. Il mistero rimane tale e forse un giorno, se esiste, lo sveleremo per intero. Post mortem.
L'esigenza del credere è insopprimibile. Risponde a un bisogno di sicurezza quando a noi manca: e ciò capita spesso.
Il richiamo della morte è anche un richiamo d'amore. La morte è dolce se le facciamo buon viso, se la accettiamo come una delle grandi, eterne forme dell'amore e della trasformazione.
La morte pareggia tutto.
Che zitella divento, se mi manca il coraggio di amare la morte!
Tutte le morti sono odiose per i miseri mortali.
La morte che tanto temiamo e rifiutiamo interrompe la vita, non la elimina.
Morte e Sonno gemelli.
Moriamo peggiori di quando siamo nati. La colpa è nostra, non della natura.
Ricordiamo il vecchio adagio: si vis pacem, para bellum: se vuoi conservare la pace preparati alla guerra. Sarebbe ora di modificare questo adagio e di dire: si vis vitam, para mortem: se vuoi poter sopportare la vita, disponiti ad accettare la morte.
Ognuno deve morire, è vero, ma io ho sempre pensato che sarebbe stata fatta un'eccezione nel mio caso. E ora, che succede?
Se si sfrega a lungo e fortemente le dita di una mano sul dorso dell'altra e poi si annusa la pelle, l'odore che si sente, quello è l'odore della morte.