La vera scienza soprattutto insegna a dubitare e ad essere ignoranti.
Accade invariabilmente che il punto di partenza della saggezza sia la paura.
Le lingue, come le religioni, vivono di eresie.
Bisogna cercare la verità e non la ragione delle cose, e la verità si cerca con l'umiltà.
Questi terribili sociologi, che sono gli astrologi e gli alchimisti del nostro tempo.
Sono convinto che la riflessione aumenti la paura.
La scienza ha come obiettivo di capire ciò che Iddio ha scritto, usando il rigore della matematica.
Il grandioso scopo della scienza è di abbracciare la massima quantità di fatti empirici attraverso deduzioni logiche fatte a partire dalla minima quantità di ipotesi o di assiomi.
La scienza non è altro che buon senso addestrato e organizzato.
Per chi ama e sente la scienza, una scoperta scientifica, un'equazione parlano come un capolavoro d'arte.
Il processo di una scoperta scientifica è, in effetti, un continuo conflitto di meraviglie.
È più facile escogitare spiegazioni pseudoscientifiche che scientifiche, in quanto le prime evitano più facilmente i confronti con la realtà, che impongono un controllo sui risultati.
La scienza è la conoscenza delle conseguenze e della dipendenza di un fatto da un altro.
Una veloce scorsa alla storia della scienza mostra che quasi tutte le idee nuove che sono poi state provate sembravano follie quando sono state proposte per la prima volta.
La scienza non ha che un imperativo: contribuire alla scienza.
Le scienze naturali, come pure le scienze sociali, partono sempre da problemi, da ciò che in qualche modo suscita la nostra meraviglia, come dicevano i filosofi greci.