La vera scienza soprattutto insegna a dubitare e ad essere ignoranti.
La scienza è un cimitero di idee morte anche se ne può uscire la vita.
Prendere un'abitudine è cominciare a cessare di essere.
La maggior parte di coloro che pensano di cambiare idea, non ne hanno mai avuta una.
La consapevolezza è una malattia.
Una veloce scorsa alla storia della scienza mostra che quasi tutte le idee nuove che sono poi state provate sembravano follie quando sono state proposte per la prima volta.
La libertà dalla superstizione è una condizione necessaria ma non sufficiente per la crescita della scienza. Si deve avere anche l'idea di interrogare la natura, di compiere osservazioni ed esperimenti.
La scienza non è altro che buon senso addestrato e organizzato.
Un vero scienziato non crea caste. Sono gli scienziati falliti che, arrivati per vie traverse in qualche stanza dove si esercita il potere, non scientifico ma politico, lo usano a fini di nepotismo. Accade per esempio in strutture accademiche che di scientifico hanno poco o niente.
La scienza moderna ha come scopo: meno dolore possibile, vita più lunga possibile, cioè una specie di eterna beatitudine, in verità molto modesta in confronto con le promesse delle religioni.
L'unico vero modo per conciliare scienza e religione è di istituire qualcosa che non sia scienza e qualcosa che non sia religione.
È l'amore e soltanto l'amore per il Creato la sorgente da cui nascono le grandi scoperte scientifiche.
Scoprire una verità scientifica è come mettersi a colloquio con il Creatore.
La scienza ha questo in comune con la religione: induce l'uomo a credere che essa lavori in suo favore.
La grande importanza dei problemi definiti per il progresso della matematica e della scienza in generale è innegabile. finché un ramo della conoscenza riesce a supplire a un surplus di questi problemi, essa mantiene la sua vitalità.