La penna è la lingua dell'anima.
O invidia, radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù!
Questa che chiamiamo fortuna, è una donna ubriaca e capricciosa, ma soprattutto cieca, e così non vede ciò che fa, né sa chi getta nella polvere né chi invece porta sugli altari.
Nelle sventure comuni si riconciliano gli animi e si stringono amicizie.
La malinconia non è fatta né per le bestie né per gli uomini: ma se questi vi si abbandonano disperatamente, diventano bestie.
Dio sopporta i cattivi, ma non poi sempre sempre.
Fu un giorno fatale quello nel quale il pubblico scoprì che la penna è più potente del ciottolo, e può diventare più dannosa di una sassata.
Inchiostro e fotografia stanno soppiantando carri armati e soldati. La penna diventa di giorno in giorno più potente della spada.
Fuori della penna non c'è salvezza.
Chi ha detto che la penna ferisce più della spada ovviamente non si è mai trovato di fronte un'arma automatica.
È chiaro quanto di più crudele è la penna che la spada.
La penna è più potente della spada, e decisamente più comoda per scrivere.
Occorrerebbe per la penna, come si usa per ogni micidiale strumento, il porto d'armi.
Le forze della penna son troppo maggiori che coloro non estimano che quelle con conoscimento provate non hanno.
Una penna è certamente uno strumento eccellente per fissare l'attenzione di un uomo e per alimentare la sua ambizione.