L'abitudine viene spesso scambiata per amore.
Nell'amore non è facile distinguere la conquista dalla capitolazione.
Le parole possono ferire o spezzare il cuore, e anche l'anima. Non lasciano lividi, non rompono le ossa; perciò, per chi fa male con le parole non c'è la prigione.
L'uomo medio è più interessato a una donna interessata a lui che a una donna con delle belle gambe.
Quando l'amore è finito, gli alimenti colmano il vuoto.
Soltanto le checche sanno come si fa a sembrare una donna sexy.
La costanza di un'abitudine è di solito proporzionale alla sua assurdità.
L'abitudine fa della vita un proverbio.
Anche l'abitudine contribuisce a far diventare vecchi; il processo mortale di fare la stessa cosa allo stesso modo alla stessa ora giorno dopo giorno, prima per trascuratezza, poi per inclinazione, e infine per codardia o inerzia.
L'abitudine di veder sempre una faccia di donna ha per effetto di farla trovar bella.
L'abitudine al lavoro modera ogni eccesso, induce il bisogno, il gusto dell'ordine; dall'ordine materiale si risale al morale: quindi può considerarsi il lavoro come uno dei migliori ausiliari dell'educazione.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Quando si guardano troppo le stelle anche le stelle finiscono per essere insignificanti.
Il capriccio è dannoso come la routine. L'abitudine è necessaria; è l'abitudine di avere delle abitudini, di fare di una traccia un solco, che è necessario combattere, se si vuole rimanere vivi.
L'abitudine ci fa accettare l'inaccettabile.