L'abitudine viene spesso scambiata per amore.
Soltanto le checche sanno come si fa a sembrare una donna sexy.
Gli amici che contano sono quelli che possono essere chiamati alle 4 del mattino.
Chiunque sia stato sedotto voleva esserlo.
Ama per la gioia di amare.
Nelle nostre azioni abituali di mille non ce n'è una sola che riguardi noi stessi e la nostra condizione.
L'abito è grande maestro, ma di per sé insufficiente, se non vi si aggiunga la ragione pensata e la volontà di quello a che l'uomo si viene abituando.
L'abitudine è una grande sordina.
Un'abitudine, se non contrastata, presto diventa una necessità.
Le vecchie abitudini, anche se cattive, turbano meno delle cose nuove e inconsuete. Tuttavia, talvolta è necessario cambiare, passando gradualmente alle cose inconsuete.
L'abitudine è mezza padrona del mondo. "Così faceva mio padre" è sempre una delle grandi forze che guidano il mondo.
Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.
Per conforto al misero e catena al piede del fortunato, il buon Dio creò giustamente l'abitudine.
Decise di cambiar vita, di approfittare delle ore del mattino. Si levò alle sei, fece la doccia, si rase, si vestì, gustò la colazione, fumò un paio di sigarette, si mise al tavolo di lavoro e si svegliò a mezzogiorno.