La notte mi vesto di Chanel numero 5.
Nessuno mi diceva mai che ero carina quando ero piccola. Bisognerebbe dirlo a tutte le ragazzine, anche se non lo sono.
Sentivo la mia mancanza di talento come se internamente indossassi abiti da quattro soldi. Ma, mio Dio, quanto volevo imparare, migliorare.
È meglio essere infelici da soli che essere infelici con qualcuno.
Le persone dolci non sono ingenue. Né stupide. Né tantomeno indifese. Anzi, sono così forti da potersi permettere di non indossare alcuna maschera. Libere di essere vulnerabili, di provare emozioni, di correre il rischio di essere felici.
La corsa della gazzella ci appare elegante e armoniosa, anche se sta fuggendo da un leone.
Per me, l'eleganza non è passare inosservati ma arrivare al nucleo di ciò che si è.
Una donna dovrebbe essere due cose: di classe e favolosa.
Ecco com'è la vita. È un po' come la cucina, puzza altrettanto e bisogna sporcarsi le mani se si vuol far da mangiare; sappia soltanto sbrogliarsela con eleganza. È tutta qui la morale della nostra epoca.
L'eleganza è un atteggiamento, non è legata ad un capo di vestiario! Si può imparare ad essere vestiti bene, ma non necessariamente si impara ad essere eleganti. Ci si muove in un certo modo, ci si siede in un certo modo. Le mani, il viso hanno un atteggiamento elegante nelle movenze.
L'unica vera eleganza è nella mente: se ci arrivate, il resto viene da sé.
L'uomo elegante è quello di cui non noti mai il vestito.
Non dobbiamo mai confondere l'eleganza con l'essere snob.
Lui sorride. Per qualunque occasione, in ogni posto, qualunque cosa faccia, lui sorride. Ha questa malattia, poco elegante, mi pare, e neppure educata.
Piuttosto perdonare un brutto piede che delle brutte calze.