Al cinema, si recita; al teatro, è recitare.
Le donne guidano oramai come gli uomini. Quello che mi meraviglia è che ne sono fiere.
Colui che non ha mai perso la testa, non aveva una testa da perdere.
Corteggiare una donna vuol dire inseguirla finché questa ti acchiappa.
La carriera di un scrittore è comparabile a quella di una donna di facili costumi. Dapprima scrive per piacere, poi per far piacere ad altri e in fine per soldi.
Ho avuto la critica più breve che sia mai stata pubblicata. Diceva: "Ieri sera al teatro è stato rappresentato "Domino". Perché?"
Dopo Barcellona, la mia città, La Scala è il teatro che amo di più. Alla Scala il teatro si sente: ogni sera è una emozione nuova.
Mi piace il teatro, bella copia della vita.
Il dramma resta sempre, dall'inizio alla fine, marcatamente politico.
Come attore non ho preso molto da mio padre, perché sono piuttosto diverso da lui caratterialmente. Credo di aver preso da lui il rigore, una serietà professionale al limite della malattia mentale, che però mi è utile, soprattutto in teatro.
Il teatro d'avanguardia è il teatro di domani: il guaio è che te lo fanno vedere oggi.
Lo schermo dà soddisfazione perché è così tecnico e misterioso. E' come giocare alla roulette: hai un copione, puoi pensare che sia ottimo o pacchiano, ma non hai idea di come verrà fuori in realtà. Sul palco, invece, tu sei l'autore di te stesso.
In teatro bisogna lavorare sodo per costruire un personaggio.
Il teatro è la mia passione più grande. Ci ho messo tanto. E' stata una lotta togliermi l'etichetta del comico o del presentatore per portare in scena altro. Ho scritto testi miei e mi sono messo in gioco.
Una città senza il teatro è una città incivile.