L'uomo è ciò che mangia.
La religione è l'infanzia dell'umanità.
L'esistenza della natura non si fonda, come si illude il teismo, sull'esistenza di Dio, nemmeno per sogno, è proprio il contrario: l'esistenza di Dio, o piuttosto la fede nella sua esistenza, ha il suo unico fondamento nell'esistenza della natura.
Come Dio non è nient'altro che l'essenza dell'uomo purificata da ciò che all'individuo umano appare tanto nel sentire quanto nel pensare quale limite, quale male, così l'aldilà non è nient'altro che l'aldiquà libero da ciò che appare quale limite, quale male.
Solo nell'origine si può riconoscere la vera natura di una cosa. Dapprima l'uomo inconsapevolmente e involontariamente crea Dio secondo la propria immagine e, solo allora, questo Dio a sua volta consapevolmente e volontariamente torna a creare l'uomo secondo la propria immagine.
L'uomo è il principio della religione, l'uomo è il centro della religione, l'uomo il fine della religione.
Era così povera che quando si mangiava le unghie apparecchiava la tavola. Spesso prendeva qualcosa di caldo: la febbre.
Ognuno dovrebbe vedersi mentre mangia.
Tutti gli uomini si nutrono, ma pochi sanno distinguere i sapori.
L'uomo mangia per vivere e vive per mangiare.
Ogni uomo in buona salute può fare a meno di mangiare per due giorni; della poesia, mai.
Chi ha bocca mangia, e chi non mangia se ne muore.
Leggere senza riflettere è come mangiare senza digerire.
Il mondo ipocrita non vuoi dare importanza al mangiare; ma poi non si fa festa, civile o religiosa, che non si distenda la tovaglia e non si cerchi di pappare del meglio.
Se la felicità fosse nei piaceri del corpo, diremmo felici i buoi, quando trovano veccie da mangiare.