La filosofia non respinge né preferisce nessuno: splende a tutti.
Abbastanza lunga è la vita e data con larghezza per la realizzazione delle cose più grandi, se fosse tutta messa bene a frutto.
La mente che è ansiosa per gli eventi futuri è avvilita.
Nessuno diventa più forte adirandosi, tranne colui che senz'ira non sarebbe stato forte.
La nostra condizione è buona al momento della nascita; è colpa nostra se la peggioriamo. La natura ha agito in modo che non ci vuole molto per vivere bene: ognuno è in grado di rendersi felice.
Non si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di sé non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se stessi?
Certo è facile fare filosofia quando lo str***o con la me**a nel sangue è un altro.
La filosofia insegna ad agire, non a parlare, ed esige che si viva secondo le sue leggi, perché la vita non sia in contrasto con le parole, né con sé stessa, e tutte le nostre azioni si uniformino a un unico principio.
Nessuno deve entrare in una filosofia se non è disposto, almeno come possibilità, a non lasciarla per tutta la vita.
Le folle consentono ad ascoltare il filosofo per divertirsi, nello stesso modo che ascolterebbero un suonatore di cornamusa o un ciarlatano.
La filosofia è la terra di nessuno tra la scienza e la teologia, esposta dunque agli attacchi da entrambe le parti.
La meraviglia è un sentimento assolutamente tipico del filosofo. La filosofia non ha altra origine che questa.
I filosofi non sono meno fastidiosi, e niente meno da temere dei gelosi; con quel loro volere guardare le cose tanto per sottile, gli uni cercano di distruggere la virtù, e gli altri la bellezza.
La filosofia è il proprio tempo appreso col pensiero.
È a causa del sentimento della meraviglia che gli uomini ora, come al principio, cominciano a filosofare.