Disgraziato l'animo ansioso del futuro.
Bisogna seminare anche dopo un cattivo raccolto.
Abbiamo davanti agli occhi i vizi degli altri, mentre i nostri ci stanno dietro.
L'ira è bramosa di punire, e non è affatto conforme alla natura dell'uomo che una tal brama egli nutra nel suo cuore mansueto. La vita dell'uomo si fonda sulle buone azioni e sulla concordia, ed è spinta al patto di comune aiuto non dalla paura ma dall'amore reciproco.
Non c'è vizio che non possa trovar difesa.
Le difficoltà rafforzano la mente, così come il lavoro rafforza il corpo.
L'unica differenza tra un santo e un peccatore è che ogni santo ha un passato mentre ogni peccatore ha un futuro.
Il futuro appartiene a coloro che sanno qual è il loro posto.
Quando ogni cosa è vissuta fino in fondo non c'è morte né rimpianto, e neppure una falsa primavera. Ogni orizzonte vissuto spalanca un orizzonte più grande, più vasto, dal quale non c'è scampo se non vivendo.
Chi rimpiange troppo i giorni migliori rende ancor peggiori quelli cattivi.
Nel muro del passato ci sono troppi mattoni danneggiati. E in quello del futuro troppe pareti mancanti.
Il concetto di progresso è un meccanismo protettivo che ci difende dai terrori del futuro.
Può mai stare che il non esistere sia assolutamente meglio ad un essere che l'esistere? Ora così accadrebbe appunto all'uomo senza una vita futura.
C'è una dualità che può essere perseguita ed è correlata ad una dualità tra passato e futuro, e le nozioni di controllo e di conoscenza. Così possiamo avere conoscenza del passato, ma non possiamo controllarlo; possiamo controllare il futuro, ma non si ha alcuna conoscenza di esso.
La verità è che non sai cosa succederà domani. La vita è una corsa folle, e niente è garantito.
Quello che vogliamo del futuro è molto spesso l'immagine di un passato immaginato e perduto.