Spero di resistere alle mattutine serenate della morte.
Il terrore della morte è dovuto all'incertezza di ciò che ci attende. La risposta è semplice e tranquillante: esattamente la medesima situazione di prima che fossimo.
Morte... è l'unica cosa che non siamo riusciti a volgarizzare del tutto.
Non voglio e non posso figurarmi un individuo che sopravviva alla sua morte corporale: quante anime deboli, per paura e per egoismo ridicolo, si nutrono di simili idee!
O ciechi, il tanto affaticar che giova? Tutti torniamo a la grande madre antica, E il nome nostro a pena si ritrova.
La morte è la porta che tutti noi dobbiamo attraversare, ed è questo nostro io spirituale che, abbandonato il corpo fisico, ci farà continuare a vivere, a imparare e a crescere mentre proseguiamo.
Nessuno si uccide. La morte è destino. Non si può che augurarsela, Ippòloco.
I morti si nutrono di giudizi, i viventi di amore.
Secondo l'ordine naturale delle cose nessuno muore ad un tratto, ma la natura ci distacca essa medesima dalla vita come un frutto maturo; ed è sì valente in questa bisogna che spesso ce ne infastidisce per modo da farci anelare alla morte come ad una dolcezza.
Voglio che la morte mi colga mentre pianto i miei cavoli, per niente preoccupato per lei e meno ancora del mio orto imperfetto."
Noi tendiamo alla morte, come la freccia al bersaglio, e mai falliamo la mira.