Il commercio è la scuola della frode.
Noi trascuriamo spesso le persone su cui la natura ci dà un certo ascendente; e sono pur quelle che dovremmo attaccare a noi e quasi incorporarci, le altre non attenendo a noi che col vincolo dell'interesse, che è il più mutevole oggetto che ci sia.
I pigri hanno sempre voglia di far qualcosa.
È un grande segno di mediocrità lodare sempre moderatamente.
I giovani soffrono di più per la prudenza dei vecchi che per i propri errori.
Il difficile non è essere intelligenti ma sembrarlo.
Il commercio mondiale è imperniato quasi interamente su dei bisogni: bisogni non del consumo individuale, ma della produzione.
Commerciare con tutte le nazioni, stringere alleanze con nessuna.
Il commerciante ha in tutto il mondo la medesima religione.
Il commercio inchiuderà eternamente come prima idea sua essenziale che uno dia liberamente una cosa e l'altro liberamente la ricambi.
Il libero commercio non è un principio, ma un espediente.
Lasciati ingannare! Non disturbare il buon funzionamento del commercio!
Lo spirito commerciale è lo spirito del mondo. È senz'altro lo spirito grandioso. Esso mette tutto in movimento e collega tutto. Risveglia paesi e città, nazioni e opere d'arte. È lo spirito della civiltà, la perfezione del genere umano.
L'inclinazione a trafficare, barattare, scambiare una cosa con un'altra è comune a tutti gli uomini e non si trova in nessun'altra razza di animali.
Ecco da cosa si vede il buon commerciante. Ti fa comprare quello che lui vuol vendere.