La felicità è un vino prezioso, che sembra insipido a un palato volgare.
Le persone affascinanti vivono fino all'estremo limite del loro fascino, e si comportano oltraggiosamente tanto quanto il mondo glielo consente.
Quale musica è più incantevole delle voci dei giovani, quando non senti quello che dicono?
Cosa è più mortificante del capire di aver perso le prugne per non aver avuto il coraggio di scuotere l'albero?
È la disgrazia dell'esser ricchi il dover vivere con gente ricca.
La prova di una vocazione è l'amore per il duro lavoro che essa comporta.
La felicità è conoscere e meravigliarsi.
Strappa all'uomo comune le illusioni e con lo stesso colpo gli strappi anche la felicità.
La felicità è una realtà sfuggente, simile per certi versi a un'anguilla: ogni volta che pensi di averla catturata, ti sfugge.
Il massimo non esiste, esiste l'essenza di massimo cioè la felicità.
Da giovani la felicità ci attende nell'imprevisto, da vecchi nelle abitudini. Nel resto della vita saremo felici non per quello che prenderemo, ma per quello che sapremo dare. La felicità infatti è l'unica ricchezza che tanto aumenta quanto più ne doniamo agli altri.
Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è questione di un attimo e passa.
Il segreto della felicità? Accontentarsi di quello che non si ha.
Così non viviamo mai, ma speriamo di vivere, e preparandoci sempre a essere felici è inevitabile che non lo siamo mai.
Essere felici è un crimine: è dunque necessario che la felicità sia punita.
La bellezza non è che una promessa di felicità.