Vissero infelici perché costava meno.
Esistono tipi che assumono una personalità soltanto al telefono.
Per il borghese lo stato non esiste: esistono solo le tasse da pagare.
Il popolo italiano è sempre in buona fede.
Ci sono anche dolori di lusso, che recano lustro a chi li sopporta.
Il professore di lingue morte si suicidò per parlare le lingue che sapeva.
Chi è ricco? Chi nulla desidera. Chi è povero? L'avaro.
Tra l'avarizia e la prodigalità sta l'economia, ed è questa una virtù che l'uomo onesto deve praticare.
È certamente stolto pretendere da altri ciò che nessuno può ottenere da se stesso, di essere attento, appunto, più agli altri che a sé, di non essere avaro, né invidioso, né ambizioso ecc., soprattutto per chi sia ogni giorno esposto alle fortissime spinte di tutte le passioni.
L'avarizia delle persone, delle famiglie e delle nazioni può contagiare i meno abbienti come i più ricchi, e suscitare negli uni e negli altri un materialismo che soffoca lo spirito.
L'avarizia comincia dove finisce la povertà.
L'avarizia, com'è noto, ha una fame da lupo, e quanto più s'ingrassa, tanto più si fa insaziabile.
Il taccagno è un avaro che recita male la propria parte.
Se i cristiani credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali.
L'avaro prova insieme tutte le preoccupazioni del ricco e tutti i tormenti del povero.
L'avarizia. È così sciocca che non sa neppure contare.