L'avarizia è la forma più sensuale di castità.
Gli presentano il progetto per lo snellimento della burocrazia. Ringrazia vivamente. Deplora l'assenza del modulo H. Conclude che passerà il progetto, per un sollecito esame, all'ufficio competente, che sta creando.
I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
Amore? Mah... forse col tempo, conoscendoci peggio.
Ha una tale sfiducia nel futuro che fa i suoi progetti per il passato.
Nell'amore di gruppo c'è almeno il vantaggio che uno può dormire.
Il verbo «dare» gli è tanto in odio che non dice mai «Ti dò il buon giorno», ma «... te lo impresto».
Alla povertà mancano molte cose, all'avarizia tutte.
L'avaro ha altrettanto bisogno di ciò che possiede che di quello che non possiede.
L'avarizia com'è noto ha una fame da lupo e quanto più s'ingrassa tanto più si fa insaziabile.
Essere avaro vuol dire rubare agli altri, scialacquare vuol dire rubare a sé ed agli altri.
E gioverravi ricordarvi che l'avarizia fu sempre inimica della virtù. Raro potrà acquistare nome animo alcuno che sia dato al guadagno.
Se i cristiani credessero effettivamente a Cristo farebbero il più delle volte il contrario di ciò che fanno e sarebbero l'opposto di quel che sono in quasi tutte le ore della vita cioè superbi, avidi, avari, vendicativi, violenti, carnali e bestiali.
L'avarizia comincia dove finisce la povertà.
Il prodigo è arrogante, l'avaro è meschino. La meschinità è meglio dell'arroganza.
L'avarizia, com'è noto, ha una fame da lupo, e quanto più s'ingrassa, tanto più si fa insaziabile.