La disdetta dell'avaro è che non riesce a infilarsi nella fessura del salvadanaio.— Dino Basili
La disdetta dell'avaro è che non riesce a infilarsi nella fessura del salvadanaio.
La tolleranza perde l'aureola se premia la mediocrità.
Le chiacchere privilegiano certe orecchie. Vanno come le mosche alle latrine.
Non strizzare il malumore, lascialo in pace. Si secca come un foruncolo.
La politica vola basso se i colpi d'ala sono gli errori della parte avversa.
Alcune amicizie sono fatte a mano, la maggior parte in serie.
L'avaro è senz'altro un pazzo: che senso ha, infatti, vivere da povero per morire da ricco?
Piangiamo sulla povertà, ma non inteneriamoci per l'avarizia nemmeno se è l'avarizia di un povero.
Se vuoi eliminare l'avarizia, devi eliminare sua madre: la prodigalità.
L'avarizia delle persone, delle famiglie e delle nazioni può contagiare i meno abbienti come i più ricchi, e suscitare negli uni e negli altri un materialismo che soffoca lo spirito.
Quando gli dissero che era tempo di lasciare la sua roba, per pensare all'anima, uscì nel cortile come un pazzo, barcollando, e andava ammazzando a colpi di bastone le sue anitre e i suoi tacchini, e strillava: 'Roba mia, vientene con me!'.
L'avaro spende lo stretto necessario: il prodigo, tutto il superfluo.
La ricerca esclusiva dell'avere diventa un ostacolo alla crescita dell'essere e si oppone alla sua vera grandezza: per le nazioni come per le persone, l'avarizia è la forma più evidente del sottosviluppo morale.
L'avarizia è naturale. Percorri pure tutta la città, le piazze, le case, i templi: se qualcuno affermerà di non volere più di quello che gli basti --- la natura infatti è contenta di poco --- ritieni di avere trovato la fenice.
L'avaro ha altrettanto bisogno di ciò che possiede che di quello che non possiede.
Il parsimonioso è il più ricco degli uomini, l'avaro il più povero.