Anche un viaggio di mille miglia inizia con un passo.
Invece di maledire il buio è meglio accendere una candela.
Là dove stanziano le milizie nascono sterpi e rovi, al seguito dei grandi eserciti vengono certo annate di miseria.
La via del saggio consiste nell'essere generoso e nel non competere.
Chi sta sulla punta dei piedi non si tiene ritto, chi sta a gambe larghe non cammina, chi da sé vede non è illuminato, chi da sé s'approva non splende, chi da sé si gloria non ha merito, chi da sé s'esalta non dura a lungo.
Sembra esserci nell'uomo, come negli uccelli, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove.
Se da giovani viaggiare è utile, da meno giovani diventa fondamentale. La curiosità è l'antiruggine del cervello.
Vai dove ti porta il cuore; ma usa la testa, altrimenti ti rovini il fegato.
Il fine del viaggiare è il viaggiare stesso e non l'arrivare.
Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Non voglio più vedere questi volti, queste abitudini e questi giorni.
Viaggiatore, non c'è sentiero, il sentiero si fa mentre cammini.
Il viaggiare, nei più giovani, fa parte dell'educazione; negli adulti, fa parte dell'esperienza.
Si esce dal labirinto allontanandosi dal suo centro, andando verso la periferia.
Il viaggio perfetto è circolare. La gioia della partenza, la gioia del ritorno.
L'inverno passa e i venti caldi di Maggio mi fanno desiderare di vagabondare nuovamente. Il sibilo di una locomotiva in una notte calma ha un richiamo, inesplicabile, eppure forte, come la luce che porta una falena alla distruzione.