I bambini che hanno visto la guerra sono l'unica speranza di pace.
Nella Santa Eucarestia, siamo in comunione con Cristo stesso, unico sacerdote ed unica ostia, che ci coinvolge nel movimento della sua offerta e della sua adorazione, Lui che è fonte di ogni grazia.
Innegabile è il valore dei mass media. Ben usati, essi possono rendere un servizio inestimabile alla cultura, alla libertà ed alla solidarietà.
Oltre il linguaggio, l'abisso. È questa forse l'incognita della debolezza che conosciamo nei padri e forse l'ereditiamo?
La pienezza di grazia, annunciata dall'angelo, significa il dono di Dio stesso; la fede di Maria, proclamata da Elisabetta nella visitazione, indica come la Vergine di Nazareth abbia risposto a questo dono.
La storia stende sopra la lotta delle coscienze uno strato di eventi. In questo strato vibrano vittorie e sconfitte. La storia non le ricopre, anzi le fa risaltare.
Migliore e più sicura è una pace certa di una vittoria solo sperata.
Nessun altro piacere è più grande della pace.
La pace deve essere ben più dell'assenza di guerra.
Se il mondo vorrà la pace, il solo mezzo per quel fine è la nonviolenza e nient'altro.
Una volta un saggio mi ha detto: "si fa la pace con i nemici, non con gli amici".
La sola garanzia di una lunga pace fra due stati è l'impotenza reciproca di nuocersi.
La pace sarà mantenuta da popoli che vivranno a modo loro senza alcuna ambizione.
Nulla è perduto con la pace. Tutto può esserlo con la guerra. Ritornino gli uomini a comprendersi.
Chi vuole la pace, prepara la guerra!
Se si vuole fare la pace con il nemico, si deve lavorare con il proprio nemico. Esso deve poi diventare il vostro partner.