La società borghese manca di eroismo.
È l'uomo che fa la religione, e non è la religione che fa l'uomo.
L'uomo non è un essere astratto che vaga fuori del mondo. L'uomo non è altro che il mondo dell'uomo, lo Stato, la società.
L'operaio diventa tanto più povero quanto più produce ricchezza L'operaio diventa una merce tanto più a buon mercato quanto più crea merci.
Le idee dominanti di un'epoca sono sempre state soltanto le idee della classe dominante.
Non esiste nulla che abbia valore senza essere un oggetto d'utilità.
I veri eroi sono quelli che ogni giorno si alzano dal letto e affrontano la vita anche se gli hanno rubato i sogni e il futuro. Quelli che alzano la saracinesca di un bar o di un'officina, che vanno in un ufficio, in una fabbrica. Che non lottano per la gloria o per la fama, ma per la sopravvivenza.
Il vero eroismo non riceve ovazioni, non intrattiene nessuno. Nessuno fa la fila per vederlo. Nessuno se ne interessa.
V'è un solo eroismo al mondo: vedere il mondo com'è e amarlo.
Penso a un eroe come a qualcuno che comprende la responsabilità che deriva dal proprio essere libero.
Sventurata la terra che ha bisogno d'eroi.
Gli eroi dei miti antichi erano seminudi, quelli dei miti odierni lo sono del tutto.
L'eroe è sempre quello che resta, e il colpevole chi abbandona il campo.
Gli eroi sono più inclini all'autocitazione che all'autocritica.
Uno non può fare l'eroe tutta la vita. Anzi, il più delle volte non può farlo per più di 10 minuti. Certo, in quei dieci minuti si vedono le cose diversamente.