L'economista è un rappresentante ideologico del capitalista.
Il denaro, in quanto possiede la proprietà di comprar tutto, di appropriarsi di tutti gli oggetti, è dunque l'oggetto in senso eminente. L'universalità della sua proprietà costituisce l'onnipotenza del suo essere, esso è considerato, quindi, come ente onnipotente.
L'uomo non è un essere naturale: è un essere naturale umano.
Un uomo che non dispone di nessun tempo libero è meno di una bestia da soma.
I soldi tramutano la fedeltà in infedeltà, l'amore in odio, la virtù in vizio, il vizio in virtù, la schiavitù in dominio, la stupidità in intelligenza, l'intelligenza in stupidità.
La teoria non trova mai la sua realizzazione nel popolo, se non quando essa realizza i bisogni di questo popolo.
Contrattare su ogni oncia nell'acquistare può non ridurre il proprio costo del capitale.
La libertà di commercio non è un principio, è un espediente.
Oggi la nostra teologia è l'economia.
Le forze che determinano lo stato, perennemente mutevole, del mercato sono i giudizi di valore degli individui e le azioni dirette dai loro giudizi di valore.
Gli uomini non capiscono che l'economia è una grande rendita.
Non appena la libertà economica che l'economia di mercato concede ai suoi membri è rimossa, tutte le libertà politiche e le carte dei diritti diventano inganno.
Fondamento dell'economia politica ed in generale di ogni scienza sociale è evidentemente la psicologia.
Molte persone vedono l'impresa privata come una tigre feroce, da uccidere subito. Altre invece come una mucca da mungere. Pochissime la vedono com'è in realtà: un robusto cavallo che, in silenzio, traina un pesante carro.
I guadagni possono essere modellabili come creta quando un ciarlatano guida la società che li dichiara.