Le circostanze fanno l'uomo non meno di quanto l'uomo faccia le circostanze.
Se il denaro, secondo Augier, viene al mondo con una macchia di sangue sulla guancia, il capitale nasce grondante sangue e fango dalla testa ai piedi.
I filosofi non spuntano dal terreno come i funghi. Essi sono il prodotto del loro tempo.
Più l'uomo mette in Dio e meno serba in se stesso.
Le idee dominanti di un'epoca sono sempre state soltanto le idee della classe dominante.
I filosofi hanno solo interpretato il mondo in vari modi; ma il punto ora è di cambiarlo.
L'uomo non è figlio del caso, sono le circostanze le creature dell'uomo.
Le circostanze sono lo staffile col quale la vita ci percuote. Alcuni di noi lo ricevono a dorso nudo, altri sopra la veste. C'è questa sola differenza.
Le persone che si lamentano del proprio stato danno sempre la colpa alle circostanze. Le persone che vanno avanti in questo mondo sono quelle che si danno da fare e cercano le circostanze che vogliono e se non riescono a trovarle, le creano.
In una circostanza straordinaria ci vuole una risoluzione straordinaria.
Non esistono incidenti tanto sfortunati da cui il saggio non possa trarre vantaggio, come non esistono circostanze tanto fortunate che lo sciocco non possa volgere a proprio danno.
Circostanze? Quali circostanze? Sono io che creo le circostanze.
L'uomo non è la creatura delle circostanze. Le circostanze sono le creature degli uomini.
Esiste della gente fortunata, fornita di doti eccezionali, di sensibilità e di immaginazione, che è sempre all'altezza delle circostanze, che piange sempre ai funerali, ride sempre ai matrimoni.
Non vi è, a mio parere, abisso più insondabile per il pensiero dell'importanza decisiva che assumono le piccole cose su questa terra, dei cambiamenti che le circostanze meno importanti producono sulla nostra sorte.