È più facile morire per le masse che viverci insieme.
Il presente è mille volte più forte del più potente passato.
La mia vecchia mamma, col suo vecchio bastone nero, teneva lontano il disordine.
La beneficenza appaga in primo luogo lo stesso benefattore.
Non c'è nobiltà senza generosità, come non c'è brama di vendetta senza volgarità.
La massa non vuol essere amata, ma sedotta.
Le masse sono rudi, storpie, scomposte, pericolose nelle loro pretese e nella loro influenza, e non hanno bisogno di essere lusingate, ma di essere ammaestrate.
Le masse non domandano la libertà, domandano la sicurezza.
La massa non si sente mai sazia. Fin quando resta un uomo non ancora catturato da lei, essa mostra il suo appetito.
Le grandi masse non sono fatte di diplomatici o di giuristi, e nemmeno di gente ragionevole, ma sono come i bimbi: ondeggianti e dubbiose.
I movimenti di massa possono nascere e diffondersi senza credere in Dio, ma mai senza credere nel diavolo.
Le masse non hanno mai avuto sete di verità. Chi può fornire loro illusioni diviene facilmente il loro comandante, chi tenta di distruggere le loro illusioni è sempre la loro vittima.
La massa per me non è altro che un gregge di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse. Chi si serve solo di uno dei due, corre pericolo.
La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi.
La declamazione dell'autenticità individuale diventa una posa quando si parla contro la massa dimenticando di farne parte.