Sapere dove è l'identità è una domanda senza risposta.
La certezza crea l'errore, l'errore produce la certezza.
Nessuno è obbligato ad amare nessuno, tutti abbiamo il dovere di rispettarci.
Il destino è uno scrigno come altri non ne esistono, aperto e contemporaneamente chiuso, si guarda dentro e si può vedere quanto è successo, la vita passata, destino ormai compiuto, ma di quanto dovrà accadere non si ottiene niente, solo qualche presentimento, qualche intuizione.
La sconfitta ha qualcosa di positivo: non è definitiva. In cambio, la vittoria ha qualcosa di negativo: non è mai definitiva.
Quando sei giovane, sei in cerca della tua identità e vincere è un modo per esprimerti. Quando perdevo volevo morire. E poiché con la vittoria diventavo qualcuno, di conseguenza, nella sconfitta non ero nessuno.
Quando ti fermi tutta la tua identità è in frantumi. E' come la morte.
Stare in ozio richiede un forte senso di identità personale.
Il Centro della politica non è un luogo astratto ma è un progetto per il futuro, un'idea, un percorso, un metodo, una storia, un'identità.
La risposta al fenomeno non si trova nel multiculturalismo che ha la pretesa di mettere nazionalità, culture e religioni le une affianco alle altre come tante identità isolate e giustapposte.
E così, conferendo al nulla un potere semantico che si irradia a distanza fino a significare qualsiasi cosa, la moda risolve a buon prezzo problemi di identità che pongono fine all'angosciante interrogativo: «Chi sono?».
Belladonna. In Italiano una bella donna; in Inglese un mortale veleno. Un chiaro esempio dell'essenziale identità delle due lingue.
La religione non è, né può essere, l'identità omnicomprensiva di un individuo.
L'Europa può avere un'identità solo in quanto e unita; e può essere qualcosa di unito solo in quanto ha un'identità.