Il mare è un antico idioma che non riesco a decifrare.
Per non vedere non è obbligatorio essere ciechi o chiudere gli occhi.
Le case a mezz'asta quasi rasenti la strada e un tramonto mostruoso con tutte le ali aperte.
Il passato è la sostanza di cui è fatto il tempo; perciò questo diviene subito passato.
Ogni poesia è misteriosa; nessuno sa interamente cosa gli è stato concesso di scrivere.
Gradiva le differenze: forse per questo viaggiò tanto.
Il mare è insieme padre e figlio, desiderio di ritornare in lui. Il mare è l'origine della vita, la gioia, la completezza. Il mare ha lunghe braccia protettive che ti possono ricevere sempre. Il mare è un fratello che dà molto senza ricevere niente.
Il mare è senza strade, il mare è senza spiegazioni.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole.
Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua.
Sorride da lontano. Denti di spuma, Labbra di cielo.
Sii sempre come il mare che infrangendosi contro gli scogli, trova sempre la forza di riprovarci.
Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza.
Eppure er mare... er mare, quann'è bello, Che vedi quel'azzurro der turchino, Che te sdraj longo li vicino, Te s'apre er core come 'no sportello.
Sotto il punto volteggiante della poiana avanza rotolando il mare fragoroso nella luce, mastica ciecamente il suo morso di alga e soffia schiuma sulla riva.
Cielo e mare sono come due specchi che di giorno si riflettono e di notte si ascoltano.