Per lo scrittore la bile può essere un buon ingrediente stilistico.
Una persona che ci ama è un pericolo costante.
La paternità porta alla stupidità.
Con l'entusiasmo non si costruisce una casa, né si scrive un libro, né si ara un campo, né si gioca al football. Al massimo si può cantare più o meno malamente.
Invecchiare non è altro che rassegnarsi a invecchiare. Non trovo un'altra spiegazione.
È utile avere un'ossessione: ci distrae.
Non credetegli quando dicono che lo scrittore deve adoperare una lingua che tutti devono capire. Non la deve capire nessuno! Figurarsi. Devono leggerla, rileggerla; sennò quale sarebbe la polivalenza linguistica dello scrittore nel tempo?
Lo scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine.
Come gli scrittori diventano più numerosi, è naturale per i lettori diventare più indolenti.
La carriera di un scrittore è comparabile a quella di una donna di facili costumi. Dapprima scrive per piacere, poi per far piacere ad altri e in fine per soldi.
Per istruirsi uno scrittore dovrebbe più vivere che leggere. Per divertirsi uno scrittore dovrebbe più scrivere che leggere. Allora possono nascere quei libri che il pubblico legge per istruirsi e divertirsi.
Non chiedete a uno scrittore di canzoni che cosa ha pensato, che cosa ha sentito prima dell'opera: è proprio per non volerverlo dire che si è messo a scrivere. La risposta è nell'opera.
Gli scrittori sono come i denti, si dividono in incisivi e molari.
Felicità dello scrittore è il pensiero che può divenire totalmente sentimento, il sentimento che può divenire pensiero.
Lo scrittore è un uomo che più di chiunque altro ha difficoltà a scrivere.
Agli scrittori piace soltanto la puzza dei propri stronzi.