Domani nella battaglia pensa a me, dispera e muori.
Ogni corteggiamento risulta meschino se visto dall'esterno o se ricordato, una reciproca manipolazione accettata, la pura e semplice esecuzione forzata di una incombenza e l'involucro sociale di ciò che non è altro che istinto.
E' molto raro provare una debolezza, una vera debolezza per qualcuno che la produca in noi... che ci renda deboli.. che ci impedisca di esser oggettivi e ci disarmi in eterno.
Rara è la fiducia che prima o poi non si tradisca.
L'unica verità è quella che non si conosce e non si trasmette, quella che non si traduce con parole né con immagini, quella celata e non controllata.
Io ho visto cosa può fare una risata. Può trasformare delle lacrime quasi insopportabili in qualcosa di sopportabile, dando anche speranza.
La disperazione è un contabile. Vuol far tornare i conti. Niente le sfugge. Addiziona tutto. Non molla neppure i centesimi. Rimprovera a Dio i fulmini e i colpi di spillo. Vuole sapere come regolarsi con il destino. Ragiona, pesa e calcola.
La scorsa notte lei indossava troppo rosso e non abbastanza vestiti. Questo è sempre un segno di disperazione nella donna.
Dove non c'è speranza, non c'è neanche vita.
Siamo stati tutti dei gridi perduti nella notte.
Vi è qualcosa di infinitamente meschino nelle tragedie degli altri.
Come ci farebbe disperare la visione di un mondo esterno così freddo, così privo di vita, se dentro di noi non si sviluppasse una forza creatrice che rende bella la natura rendendo belli anche noi.
La gran massa degli uomini conduce un'esistenza di silenziosa disperazione.
La disperazione è la conclusione degli stolti.
La disperazione non serve a nulla quando la realtà offre ancora margini di speranza. La disperazione non è che una forma di negazione, che spinge all'inerzia. Non c'è tempo per disperarci.