La morte è l'ammirevole liquidazione della vita.
La mutilazione per cui la vita perdette quello che non ebbe mai, il futuro, rende la vita più semplice, ma anche tanto priva di senso.
È proprio la religione vera quella che non occorre professare ad alta voce per averne il conforto di cui qualche volta - raramente - non si può fare a meno.
La vita attuale è inquinata alle radici.
Il possesso non dava la verità, ma esso stesso, non abbellito da sogni e neppure da parole, era la verità propria e pura e bestiale.
La malattia è una convinzione ed io nacqui con quella convinzione.
Se si sfrega a lungo e fortemente le dita di una mano sul dorso dell'altra e poi si annusa la pelle, l'odore che si sente, quello è l'odore della morte.
Sono contento di non essere ancora morto. Quando mi guardo le mani e vedo che sono ancora attaccate ai polsi, mi dico che sono fortunato.
Non ho paura di morire, ma mi scoccia da matti. Mi scoccia che un giorno non ci sarò più. Mi dispiace andarmene da qui. Ma non è paura, è semplicemente fastidio. Morire è una vera stronzata. Darei la vita per non morire.
All'ombra de' cipressi e dentro l'urne confortate di pianto è forse il sonno della morte men duro?
Morire non è un crimine.
Sapete come vi darei epigrammi a non finire? Basta portarmi via, lontano dal mio amore.
Gli uomini dell'occidente vivono come se non dovessero non morire mai e muoiono come se non avessero mai vissuto.
Conosco l'arti del fellone ignote, ma ben può nulla chi morir non pote.
Le statistiche indicano la percentuale di nati morti. Trascurano la percentuale di morti vivi.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.