La speranza degli infelici rinasce sempre.
L'uomo che pensa con la propria testa e conserva il suo cuore incorrotto, è libero.
Se è gratis c'è l'inganno.
Per capir bene le parole sacre bisogna trovarsi in stato d'innocenza; anche allora però esse possono rimanere misteriose.
È interessante notare come gli ex comunisti siano facilmente riconoscibili. Formano una categoria a sé, come un tempo i preti e gli ufficiali dopo aver lasciato i loro ruoli.
La forza della dittatura è nei muscoli, non nel cuore.
Gli uomini che sono infelici, come gli uomini che dormono male, ne menano sempre vanto.
Cosa e dove saremmo senza la nostra infelicità? Essa ci è, nel vero senso della parola, dolorosamente necessaria.
L'origine del sentimento profondo dell'infelicità, ossia lo sviluppo di quella che si chiama sensibilità, ordinariamente procede dalla mancanza o perdita delle grandi e vive illusioni.
Non v'è infelicità umana la quale non possa crescere. Bensì trovasi un termine a quello medesimo che si chiama felicità.
Essere sempre infelici, ma non troppo, è condizione sine qua non di piccole e intermittenti felicità.
Ben difficilmente si vede un uomo infelice per non essere riuscito a scorgere ciò che avviene nell'anima altrui; ma colui che non avverte i moti della propria anima, è inevitabile che sia infelice.
Dicono che la felicità si trova nelle piccole cose. Sapeste l'infelicità.
Tutti gli uomini per necessità nascono e vivono infelici.
Solo recitando la propria infelicità si può superarla.