La metà di ciò che scriviamo è dannosa, l'altra metà è inutile.
Non bisogna vedere i propri amici se si desidera conservarli.
Non troviamo che due piaceri nella nostra casa, quello di uscire e quello di rincasare.
Il moralismo è forse la più crudele forma di malvagità.
Quando si diventa vecchi, ci si rende conto che la vendetta è ancora la forma più sicura di giustizia.
Il ricordo più bello che una donna conserva di una relazione è quello della sua infedeltà.
Scrivere bene si può, e non è neppure difficile. L'importante è capire chi scrive male, e regolarsi di conseguenza.
Scrivere è consumare i cattivi stili adoperandoli.
Chi difende il buon italiano non difende la pedanteria, né rifiuta le innovazioni: difende invece il buon senso, e accetta le novità.
È bello scrivere perché riunisce le due gioie: parlare da solo e parlare a una folla.
Scrivere ti dà sollievo. Persino quando non hai niente da dire, scrivere ti dà sollievo. Ma lo sappiamo, quando non abbiamo niente da dire?
Mi figuro, per un inestirpabile pregiudizio di scrittore, che nulla resterà non detto.
Solo uno stolto scrive sempre solo per soldi.
Colui che scrive in modo affettato somiglia a colui che si mette in ghingheri per non essere scambiato e confuso col volgo; è questo un pericolo che il gentleman non corre mai, anche se indossa l'abito più misero.
Qualcuno ci sorveglia mentre scriviamo. La madre. Il maestro. Shakespeare. Dio.
Qualunque cosa un poeta scriva con entusiasmo e ispirazione divina è bello.