Scusare il male significa moltiplicarlo.
Il bisogno di certezza è sempre stata più forte del bisogno di verità.
L'uomo non possiede che due certezze assolute: il piacere e il dolore. Esse orientano tutta la sua vita individuale e sociale.
Il carattere e l'intelligenza si trovano raramente uniti, bisogna rassegnarsi a scegliere gli amici per il loro carattere e le relazioni per la loro intelligenza.
Gli uomini in società non possono vivere senza tirannia, la più accettabile è ancora quella delle leggi.
L'anima delle folle è sempre dominata dal bisogno di servire e non da quello di libertà. La sete di obbedienza le spinge a sottomettersi per istinto a chi se ne dichiara padrone.
Innanzi tutto è più facile respingere il male che governarlo, non accoglierlo che moderarlo, una volta accolto, perché, quando si è insediato da padrone in un animo, diventa più forte di chi dovrebbe governarlo e non si lascia troncare ne rimpicciolire.
I mali sono meno dannosi alla felicità che la noia.
Mai si fa il male così a fondo e così allegramente quando lo si fa per obbligo di coscienza.
Il male non cresce mai così bene come quando ha un ideale davanti a sé.
Il male trionfa spesso, ma non vince mai.
Non fate il male, e il male non esisterà.
Il male nasce sempre dove l'amore non basta.
In ciascuno di noi vi è un istinto di male. Anzi, il bene e il male vivono accumunati e indistinti nello spirito nostro.
Il filosofo rimane confuso, vedendo quanti mali bisogna tollerare, e quanti talvolta favorire, perché il male non cresca fuor di misura.
Ognuno guarda i mali altrui con altro occhio che non guardi i suoi.