Ci sono uomini colti persino tra i professori.
In Italia il Governo non comanda. In generale in Italia nessuno comanda, ma tutti si impongono.
Le masse non domandano la libertà, domandano la sicurezza.
Non è vero che in Italia non esiste giustizia. È invece vero che non bisogna mai chiederla al giudice, bensì al deputato, al ministro, al giornalista, all'avvocato influente. La cosa si può trovare: l'indirizzo è sbagliato.
Uno dei pregiudizi più ridicoli degli uomini comuni è quello del tempo perso. Nessun tempo è in realtà perso. Le ore d'ozio collaborano a formare la nostra personalità come le ore di lavoro, forse meglio.
La scuola è fatta per avere il diploma. E il diploma? Il diploma è fatto per avere il posto. E il posto? Il posto è fatto per guadagnare. E guadagnare? È fatto per mangiare. Non c'è che il mangiare che abbia fine a se stesso, sia cioè un ideale. Salvo in coloro, in cui ha per fine il bere.
Il maestro si limita a «muovere», a stimolare il discepolo e il discepolo solo se risponde a questo stimolo - sia durante che dopo l'esposizione del maestro - arriva ad un vero apprendimento.
I nostri insegnanti sono reclutati con un sistema perverso, con migliaia di precari catapultati tra i banchi senza selezione né controlli. La scuola italiana va alla deriva. E questo caso ne è il sintomo lampante.
L'unico vero maestro non è in nessuna foresta, in nessuna capanna, in nessuna caverna di ghiaccio dell'Himalaya... È dentro di noi!
Non sempre dipende dal maestro fare buoni allievi. Occorre l'aiuto della natura: il seme deve trovare il terreno adatto.
Ottimo è quel maestro che, poco insegnando, fa nascere nell'alunno una voglia grande d'imparare.
Solo i grandi maestri di stile sanno essere oscuri.
Il vero maestro difende i suoi allievi contro la sua stessa influenza.
Si ripaga male un maestro, se si rimane sempre scolari.
Povero quel maestro che non sa essere maestro se non fra le pareti della scuola.