I fessi hanno dei principi. I furbi soltanto dei fini.
Le masse non domandano la libertà, domandano la sicurezza.
L'autorità del grado non conta. L'italiano non si inchina davanti al berretto. Nulla lo indispone più dell'uniforme. Ma obbedisce al prestigio personale ed alla capacità di interessare sentimentalmente o materialmente la folla.
Non è vero che in Italia non esiste giustizia. È invece vero che non bisogna mai chiederla al giudice, bensì al deputato, al ministro, al giornalista, all'avvocato influente. La cosa si può trovare: l'indirizzo è sbagliato.
Uno dei pregiudizi più ridicoli degli uomini comuni è quello del tempo perso. Nessun tempo è in realtà perso. Le ore d'ozio collaborano a formare la nostra personalità come le ore di lavoro, forse meglio.
Uomini politici. Se dessero sempre risposte veritiere e soddisfacenti non sarebbero uomini politici.
Un uomo intelligente a volte dà al mondo più di quanto riceve, un furbo cerca di prendere il più possibile e dare in cambio il minimo indispensabile.
Che la furbizia sia caratteristica servile, e mai signorile, è la sola fondamentale scoperta politica che milioni di italiani devono ancora fare.
I furbi non usano mai parole chiare. I fessi qualche volta.
Il mondo è dei furbi e noi siamo dei poveri fessi, quando compriamo e vendiamo.
Il furbo è sempre in un posto che si è meritato non per le sue capacità, ma per la sua abilità a fingere di averle.
La gente non migliora, diventa solo più furba. Quando diventi più furbo, non smetti di strappare le ali alle mosche, cerchi solo di trovare dei motivi migliori per farlo.
Ove non arriva la pelle di leone, si rappezzi con quella di volpe.
Segni distintivi del furbo: pelliccia, automobile, teatro, restaurant, donne.
Colui che sa è un fesso. Colui che riesce senza sapere è un furbo.
Con le volpi dobbiamo agire da volpi.