Chi a se stesso non è buono, manco può esser buono per altri.
Non viene ingannato se non chi si fida.
Cavoli riscaldati né amore ritornato non fu mai buono.
Chi non mangia da tutte due le bande, non è buona simia.
Chi dà il maneggio di casa alle donne, ha sempre il filiere all'uscio.
La liberalità non ha fondo.
Chiedere sempre il meglio di se stessi, vivere con onore, dedicare i propri talenti e doni a beneficio degli altri - queste sono le misure del successo che rimangono quando le cose materiali sono trascorse.
Nella Quaresima siamo invitati ad intraprendere un cammino nel quale, sfidando la routine, ci sforziamo di aprire gli occhi e le orecchie, ma soprattutto aprire il cuore, per andare oltre il nostro "orticello".
Per essere felici, occorre pensare alla felicità d'un altro.
Il saggio che si è adattato alle necessità sa meglio spartire con gli altri che prendere tutto per se; nell'autosufficienza ha trovato un tesoro così grande.
L'unico vero interrogativo è: quanti di coloro con cui hai condiviso le scoperte saranno altrettanto altruisti? E quanti di loro si arricchiranno, grazie alla tua generosità?
Vivi per te stesso e vivrai invano; vivi per gli altri, e ritornerai a vivere.
Il più grande piacere che io conosca è fare una buona azione di nascosto, e in modo che venga scoperta per caso.
Divino è per il mortale aiutare l'altro mortale, e questa è la via per la gloria eterna.
Donandosi si riceve, dimenticando se stessi ci si ritrova.