La poesia bisogna sentirla, non capirla.
Perché bisogna anche tener conto dei Morti, nella vera democrazia.
Chi lotta duramente per racimolare l'indispensabile, ha bisogno di evadere dalla sua miseria conquistando qualcosa di superfluo.
Comunque, è sempre infinitamente più difficile essere semplici che essere complicati.
Nel segreto della cabina elettorale Dio ti vede, Stalin no.
Il poeta è sempre più piccolo e più debole della media degli uomini. Per questo sente più intensamente, con più forza degli altri la pesantezza della sua presenza nel mondo.
La poesia è la luce di un lampo; quando è solo un accostamento di parole diventa semplice composizione.
La poesia può essere di qualche soccorso per chi deve sostenere il peso della povertà, e di soccorso anche migliore a chi deve sostenere il peso della ricchezza.
La poesia è il segreto dell'anima; perché rovinarla con le parole?
Rimuginare il male senza osare mai compierlo. È così che si formano le vocazioni alla poesia.
Il compito della poesia è quello di guardare in faccia la Medusa e non già di mandarla dal parrucchiere affinché la renda più presentabile.
Ogni poeta vende i suoi guai migliori.
Coloro i quali affermano che la parola, il suo profilo, il suo aspetto fonico condizionano lo sbocciare della poesia hanno diritto di vivere. Costoro hanno scoperto la strada che conduce all'eterna fioritura della poesia.
Tutto si è perfezionato da Omero in poi, ma non la poesia.
La poesia è sentirsi morire.