Letteratura. Quando getta via la propria anima trova il proprio destino.
Nella nostra cultura noi non riusciamo a pensare al paradiso, per il momento, se non come una variante particolarmente luminosa del nulla.
L'ebreo è esule: e noi crediamo di non esserlo?
Non credetegli quando dicono che lo scrittore deve adoperare una lingua che tutti devono capire. Non la deve capire nessuno! Figurarsi. Devono leggerla, rileggerla; sennò quale sarebbe la polivalenza linguistica dello scrittore nel tempo?
La vita è e deve essere un negativo dei sogni.
La letteratura è un mestiere nel quale bisogna sempre ricominciare da capo a dimostrare che si ha del talento a della gente che non ne ha.
La letteratura normale è solo mondo esteriore, la poesia è solo mondo interiore. Nel mio modo di scrivere ci sono entrambe le cose. Io sono un epico lirico.
Non è la letteratura né il vasto sapere che fa l'uomo, ma la sua educazione alla vita reale. Che importanza avrebbe che noi fossimo arche di scienza, se poi non sapessimo vivere in fraternità con il nostro prossimo?
La letteratura non è espressione, ma provocazione.
Facciamo coraggiosamente il «brutto» in letteratura, e uccidiamo dovunque la solennità.
Chiunque può scrivere un romanzo in tre volumi: ciò richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.
Una volta la letteratura era un'arte e la finanza un mestiere; oggi è tutto il contrario.
La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.
Uno scrittore che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesia e nei racconti mette quello che non sa.
La differenza tra letteratura e giornalismo consiste nel fatto che il giornalismo è illeggibile e che la letteratura non viene letta.