La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.— Elias Canetti
La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.
Forse neanche un solo uomo è degno di avere un bambino.
Ogni imbecille, basta che ne abbia voglia, può perturbare la mente più complicata.
Le sue disperazioni mi suonano troppo puntuali.
Scrivere ti dà sollievo. Persino quando non hai niente da dire, scrivere ti dà sollievo. Ma lo sappiamo, quando non abbiamo niente da dire?
Gli occhi molto belli sono insostenibili, bisogna guardarli sempre, ci si affoga dentro, ci si perde, non si sa più dove si è.
Il futuro della letteratura è nell'aforisma. Non può essere raccontato in un film.
L'intera storia della letteratura altro non è che una nota a piè di pagina sul Faust. In ogni caso, non ho idea di che cosa io stia parlando.
L'eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverabile in molti campi d'attività, non in letteratura. La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d'ogni possibilità di realizzazione.
La letteratura, che è arte coniugata al pensiero e realizzazione senza macchia della realtà, mi sembra che sia il fine cui dovrebbe tendere ogni sforzo umano, se fosse veramente umano, e non il superfluo della parte animale.
La letteratura sta alla poesia come la menzogna alla verità.
Spero che un giorno la letteratura non sarà più divisa tra nera e bianca. Perché sono abbastanza stufa di essere considerata una sociologa invece di una letterata.
Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell'interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita.
Pertanto le dico: si iscriva a Geologia. Vedrà quante metafore le verranno regalate. Non ricordo più cosa sono gli oligocisti: ma quella, mio caro, è letteratura.
La letteratura produce risultati sensazionali per mezzo di un processo sensazionale.