La letteratura non è espressione, ma provocazione.— Giorgio Manganelli
La letteratura non è espressione, ma provocazione.
L'uomo vive di pane e pigiama.
Non conosco migliore scuola di anarchia del matrimonio indissolubile.
Sono libero di credere o non credere in Dio, ma devo salire sul tram dalla parte destra, portiera di fondo.
Questo gioco arcaico, matematico, simbolico, non ha nulla dello sport: non produce campioni fatti di carne di manzo, non è cordiale, è silenzioso, maniacale, malsano, genera nevrotici protagonisti di un freddo sogno di simboli e tornei, di numeri e di re.
La condizione di italiano espatriato attiva il complesso dell'orfano sannita, un che di sventurato e diffidente, di irto e rusticamente astuto.
La letteratura di tutto il mondo non si interessa molto del matrimonio: che cosa si potrebbe desiderare d'altro se non un amore senza regole, non rovinato da affitti, vecchiaia, bambini, conti del gas?
Uno scrittore che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesia e nei racconti mette quello che non sa.
La letteratura è l'immortalità del discorso.
Il mondo può benissimo fare a meno della letteratura. Ma ancor di più può fare a meno dell'uomo.
Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende.
Le idee sono per la letteratura ciò che la luce è per la pittura.
Fare della buona letteratura è come nuotare sott'acqua trattenendo il fiato.
Le opere letterarie ci invitano alla libertà dell'interpretazione, perché ci propongono un discorso dai molti piani di lettura e ci pongono di fronte alle ambiguità e del linguaggio e della vita.
La letteratura è una difesa contro le offese della vita.
Il classicismo in letteratura è intollerabile perché implica troppe norme restrittive; è intollerabile in amore perché ne implica troppo poche.