Uno scrittore che tiene un diario lo usa per registrare ciò che sa; nelle poesia e nei racconti mette quello che non sa.
Per la letteratura realistica antica, la società non esiste come problema storico, ma tutt'al più come problema moralistico, e inoltre il moralismo si rivolge più all'individuo che alla società.
Un argomento poco sfruttato dalla letteratura ma che quando esiste è uno dei più forti e più completi in assoluto: l'affetto reciproco tra padre e figlia.
Letteratura è un gesto non solo arbitrario, ma anche vizioso: è sempre un gesto di disubbidienza, peggio, un lazzo, una beffa; e insieme un gesto sacro, dunque antistorico, provocatorio.
La letteratura è l'arte che sa profetizzare quel tempo in cui sarà ammutolita.
Facciamo coraggiosamente il «brutto» in letteratura, e uccidiamo dovunque la solennità.
La vita vera, la vita finalmente scoperta e tratta alla luce, la sola vita quindi realmente vissuta, è la letteratura.
Se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero, gli affari della letteratura andrebbero straordinariamente meglio.
Poiché nulla di sé e del mondo sa la generalità degli uomini, se la letteratura non glielo apprende.
La letteratura è sempre il precursore della vita. Essa non imita la vita, ma la plasma ai suoi fini.
Noi non abbiamo una letteratura moderna. Abbiamo Goethe e appendici.