La letteratura è l'immortalità del discorso.
Falstaff è il carattere più comico che abbia creato la fertile immaginazione di Shakespeare. Egli introdusse quel personaggio in tre de' suoi drammi, e lo presentò sotto aspetti sempre nuovi, senza mai esaurirne l'effetto.
La poesia degli antichi era quella del possesso, la poesia dei moderni è quella dello struggimento.
La nostra lingua è rigida, tanto più noi siamo flessibili, è dura e grezza, perciò facciamo di tutto per cercare il beneficio di di suoni più miti e piacevoli.
Le parole, dice lo scrittore, vengono raccolte dagli occhi come grappoli di una vigna sospesa, vengono spremuti dal pensiero che gira come una ruota di mulino e poi, in forma liquida si spargono e scorrono felici per le vene. E questa la divina vendemmia della letteratura?
La letteratura come professione è distruttiva: si deve avere più paura delle parole.
Quella letteraria è l'unica professione in cui nessuno ti considera ridicolo se non guadagni del denaro.
Fare della buona letteratura è come nuotare sott'acqua trattenendo il fiato.
Chiunque può scrivere un romanzo in tre volumi: ciò richiede semplicemente una totale ignoranza della vita e della letteratura.
La letteratura è una difesa contro le offese della vita.
La letteratura, ben lungi dall'esprimere la totalità dell'uomo, non è espressione, ma provocazione.
L'eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverabile in molti campi d'attività, non in letteratura. La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d'ogni possibilità di realizzazione.
La letteratura, come la nobiltà, è nel sangue.
La moltitudine dei giornali è la letteratura e la tirannide degl'ignoranti.