L'uomo vive di pane e pigiama.
Letteratura. Quando getta via la propria anima trova il proprio destino.
Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere inutile.
La condizione di italiano espatriato attiva il complesso dell'orfano sannita, un che di sventurato e diffidente, di irto e rusticamente astuto.
La sensazione che provocano le casupole infime, sudice, infette, barcollanti tra rigagnoli e immondizie, è stranamente liberatrice: non c'è alcun tentativo di velare, di nascondere, di eludere la fondamentale sporcizia dell'esistere, la sua qualità escrementizia e torbida.
Dobbiamo trovare qualcuno con cui mangiare e bere prima di cercare qualcosa da mangiare e da bere, perché mangiare da solo significa fare la vita di un leone o di un lupo.
Un uomo può pescare con il verme che ha mangiato un re e mangiare il pesce che ha mangiato quel verme.
Nel regno animale la legge è mangiare o essere mangiati; nel regno umano, definire o essere definiti.
L'umanità si è messa a girare le sue macchine e, vedendo che ne sgorgava oro, ha esclamato: È Dio! E quel Dio, essa lo mangia!
Non c'è alcun dubbio sul fatto che mangiare in modo poco sano sia un atto di disprezzo verso te stesso.
Mangiare è l'atto più politico, militante e civile che possiamo compiere ed è il primo passo per riconquistare il senso critico affinché il nostro ruolo di consumatore si trasformi attivamente in consum-attore.
Tutti i musicisti ad un certo punto della vita devono impegnare gli strumenti se vogliono mangiare e dormire al chiuso.
Faceva onore alla tavola come un uomo condannato da quattro o cinque mesi alla cucina italiana, cioè una delle peggiori cucine del mondo.
Non è il mangiare o il bere che devono essere biasimati, ma il loro eccesso.
Se tu mangi due polli e io nessuno, statisticamente risulta che ne abbiamo mangiato uno ciascuno.