Il piacere è sempre o passato o futuro, e non è mai presente.
Il piacere è un subbietto speculativo, e non reale; un desiderio, non un fatto; un sentimento che l'uomo concepisce col pensiero, e non prova; o per dir meglio, un concetto, e non un sentimento.
La noia è il più nobile dei sentimenti umani, in quanto ci mostra l'insufficienza delle cose esistenti di fronte alla grandezza del desiderio nostro.
Spesse volte le più stupende opere filosofiche sono anche imputate di oscurità, non per colpa degli scrittori, ma per la profondità o la novità dei sentimenti da un lato, e dall'altro l'oscurità dell'intelletto di chi non li potrebbe comprendere in nessun modo.
Chi più si ama meno può amare.
L'insegnare non è quasi altro che assuefazione.
Tutte le cose che mi piacciono sono illegali, immorali oppure fanno ingrassare.
Il piacere sta sul filo, e si muta in dolore se non ha misura.
Il piacere di amare senza osar dirlo ha le sue pene, ma anche le sue dolcezze.
I moralisti sono persone che rinunciano ad ogni piacere eccetto quello di immischiarsi nei piaceri altrui.
L'arte di dar sapore ai piaceri è quella di esserne avari.
Il piacere è l'unica cosa su cui valga la pena di avere una teoria.
Chi non sa che quasi tutti i piaceri vengono più dalla nostra immaginativa, che dalle proprie qualità delle cose piacevoli?
Non ci sarà mai cosa che possa piacere a tutti.
I piaceri violenti sono come le sofferenze profonde: sono muti.
Una cosa buona non ci piace, se non ne siamo all'altezza.