Viaggiare significa aggiungere vita alla vita.
Credo che in due occasioni di compleanno ci si sente improvvisamente decrepiti: a diciannove anni e a cinquanta.
La vecchiaia comincia il giorno in cui, invece di scrivere a una donna, le telefoniamo.
L'amore: un sentimento inventato: ciò che conta è il gioco della seduzione, il rituale di piacere a qualcuno.
Come la lettera rubata di Poe, la verità di un aforisma era sotto gli occhi di tutti, ma nessuno ci aveva guardato.
Vivere in incognito, come Dio.
Come tutti i grandi viaggiatori ho visto più di quanto ricordi e ricordo più di quanto ho visto.
O uomo! Viaggia da te stesso in te stesso.
Il sole non è mai così bello quanto nel giorno che ci si mette in cammino.
Oltre l'est l'alba, oltre l'ovest il mare, e tra l'est e l'ovest la sete del viaggiatore che non mi dà pace.
Passa così una giornata di viaggio, e non c'è bisogno d'altro per riempirla da cima a fondo: un fiume, dei cespugli, una bella testa infantile, delle tombe.
Smarrirsi è l'unico posto dove vale la pena di andare.
Viaggiare insegnerà la diffidenza, ma al tempo stesso quante persone veramente di cuore ci sono, con le quali non si avranno mai più contatti, e che tuttavia sono pronte a offrire il più disinteressato aiuto.
Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli.
Per un cuoco viaggiare è importantissimo. A patto di farlo con gli occhi e le orecchie aperti. La contaminazione funziona se è fatta in modo saggio, non selvaggio. Senza dimenticare chi sei e da dove vieni.