C'è chi viaggia per perdersi, c'è chi viaggia per trovarsi.
Chissà perché quando mi rado nel bagno, se provo a canticchiare un motivetto odierno, mi taglio.
La parola è una chiave, ma il silenzio è un grimaldello.
Scrivo poesie che si capiscono, devo sembrare un cavernicolo.
Tutti al mondo sono poeti, perfino i poeti.
Certi poeti moderni fanno pensare a ragni ubriacati con LSD.
Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d'avere: l'estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t'aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti.
Più mondo ho visto, meno ho potuto costruirmi a suo gusto.
Mio padre per un certo periodo è stato un diplomatico ed io passavo da un paese all'altro, da una cultura all'altra.
Nel viaggio c'è un certo sapore di libertà, di semplicità... un certo fascino dell'orizzonte senza limiti, del percorso senza ritorno, delle notte senza tetto, della vita senza superfluo.
Più i viaggi sono lontani, più si entra nel mondo.
I viaggi sono quelli per mare con le navi, non coi treni. L'orizzonte dev'essere vuoto e deve staccare il cielo dall'acqua ci dev'essere niente intorno e sopra deve pesare l'immenso, allora è viaggio.
Il viaggio non finisce mai, solo i viaggiatori finiscono.
Il paradiso per me? Mia moglie ed io sulla Route 66 con una tazza di caffè, una chitarra da quattro soldi, un registratore preso dal rigattiere, una stanza del Motel 6, e una macchina in buone condizioni parcheggiata davanti alla porta.
Una volta che hai viaggiato, il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli angoli più silenziosi della mente. La mente non sa separarsi dal viaggio.
Non si fa un viaggio. Il viaggio ci fa e ci disfa, il viaggio ci inventa.