Diploma: permesso di dimenticare o perlomeno di non imparare più.
Pazzo: razionalista in anticipo per i suoi tempi.
Lotta antinquinamento: diversione di immondizia sulle regioni vicine.
Il colmo dell'altruismo è lasciare che gli altri si occupino degli altri.
Altruismo: il colmo dell'altruismo è lasciare che gli altri si occupino degli altri.
Obiettività: camuffamento della soggettività.
Lo stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose.
La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione.
Le scuole sono soltanto fabbriche di imbecillità e di depravazione.
La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ridotto a uno specialista.
Da oltre mezzo secolo i bambini, i ragazzi e i giovani vengono obbligati a starsene seduti, tra scuola e compiti, circa otto ore al giorno, e che, alla fine dei loro corsi di studi, a qualsiasi domanda culturale, il loro sguardo vaga smarrito o si esprime in un "boh!".
La scuola è un nido di rivalità accanite.
La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri.
Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia.
In uno Stato nazionale, la scuola deve lasciare libero per l'educazione fisica un tempo di gran lunga maggiore. Non è necessario riempire i giovani cervelli d'una zavorra di cui, come insegna l'esperienza, riterranno solo la minima parte.
La scuola deve insegnare ad analizzare e discutere i parametri su cui si reggono le nostre affermazioni passionali.