Blasfemia: preghiera d'ateo.
Fortuna: unica spiegazione ammissibile per il successo altrui.
Diploma: permesso di dimenticare o perlomeno di non imparare più.
Falso problema: problema che dispensa di cercare una vera soluzione.
Pazzo: razionalista in anticipo per i suoi tempi.
Sfortuna: unica spiegazione possibile del proprio fallimento.
L'ateismo non è una fede, e non fa opera di sconversione. Rivendica soltanto, cristianamente, di poter dare alla ragione ciò che è della ragione. E non dimentica, volterrianamente, che bisogna coltivare anche il proprio giardino, e non soltanto quello dell'Eden.
I veri atei sono coloro che credono in Dio per abitudine.
L'ateo afferma di non potere credere in Dio per rigore logico. D'altronde l'ateo conosce un solo tipo di rigore logico: quello che opera nell'immanente. Ma il rigore logico nell'immanente non riesce a dimostrare che Dio non esiste. Ecco l'antinomia dell'ateismo.
Tutti gli uomini che pensano sono atei.
Non è egli un paradosso che la religione cristiana in gran parte sia stata la fonte dell'ateismo, o, generalmente parlando, dell'incredulità religiosa? Eppure io così la penso.
Gli atei devono dire cose perfettamente chiare. Ora, non è affatto chiaro che l'anima sia materiale.
Nessun ateo può illudersi di essere più logico e scientifico di colui che crede. Chi sceglie l'Ateismo fa un atto di Fede: nel nulla.
Dio è ateo.
Esistono molti scritti pieni di spirito caustico in cui si nega l'esistenza di Dio; ma nessun ateo, a quanto mi risulta, ha mai confutato con buone prove l'esistenza del diavolo.
Ringrazio il buon Dio di avermi fatto diventare ateo.