Il gusto del suicidio è un dono.
Le elezioni favoriscono i chiacchieroni.
L'uomo di questo tempo ha il cuore duro e la pancia sensibile.
L'uomo può guarire da tutto, non dall'uomo.
Nulla può separarci, in questo mondo o nell'altro, da ciò che abbiamo amato più di noi stessi, più della vita, più della salvezza.
La peggiore disgrazia che possa capitare ad un uomo è essere soddisfatto di sé.
Le ore prima di un suicidio sono fatte di enorme presunzione ed egocentrismo.
Il suicidio, lungi dall'essere negazione della volontà ne deriva che la distruzione di un fenomeno isolato è azione in tutto vana e stolta.
A parte alcuni esempi di malinconia esaustiva e alcuni suicidi fuori dal comune, gli uomini non sono che fantocci imbottiti di globuli rossi per generare la storia e le sue smorfie.
Nessuno si uccide. La morte è destino. Non si può che augurarsela, Ippòloco.
Si chiama suicidio ogni morte che risulti mediatamente o immediatamente da un atto positivo o negativo compiuto dalla vittima stessa.
Il suicidio non è che una scorciatoia.
Se perdessi tutto sono sicuro che finirei come Ernest Hemingway o Romain Gary. Il suicidio è una cosa da grandi uomini.
Il suicidio fu l'ultima virtù degli antichi. Nel pieno disfacimento d'ogni principio morale e di ogni credenza, essi formarono sotto il nome di stoicismo una filosofia della morte: non sapendo più vivere eroicamente, vollero saper morire da eroi.
Il suicidio varia in ragione inversa al grado di integrazione dei gruppi sociali di cui fa parte l'individuo.
Suicidarsi! Ma si passa la vita a farlo!